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Nel loro lavoro, gli scienziati hanno analizzato le immagini della vegetazione su un’area di 25 chilometri quadrati dal 2001 al 2019 e hanno scoperto che circa il 37% mostra una tendenza al rallentamento. Sebbene i modelli variassero da zona a zona, i ricercatori hanno concluso che l’Amazzonia sudorientale, disboscata e degradata, è la più vulnerabile a un “evento ribaltante” che potrebbe causare la transizione della foresta pluviale verso uno stato più secco.